Ludovica Ecru
Free
RACCONTI
COLORI PRINCIPALI
Background: Beige chiaro
***
Questa decorazione da parete è ispirata a Ludovica de Medici, ai suoi tesori, ai suoi gioielli, al suo stile e alla sua audacia di essere una donna oltre il suo tempo. È grazie a questa grande donna che le collezioni medicee vivono e prosperano nelle odierne Gallerie degli Uffizi e nelle Gallerie Palatine. Se oggi possiamo recarci a Firenze e visitare una delle più antiche e importanti collezioni d’arte al mondo, intatta e ancora nel suo prezioso contesto, lo dobbiamo a lei.
In una società dov’era la famiglia e successivamente il marito a decidere il destino di una ragazza, Anna Maria Luisa de Medici (altrimenti detta Ludovica) fu sicuramente una donna che sapeva il fatto suo. Straordinariamente amante del fasto e dall’Arte. Era alta, chiara di carnagione e aveva due occhi grandi ed espressivi di un nero profondo, come i suoi capelli. La bocca invece era piccola piccola, ma le labbra carnose. I denti bianchi, come l’avorio. Una voce maschia e una risata rumorosa. Sempre diritta come una colonna nel suo portamento grave e solenne. Inoltre aveva un marito che morì prima di lei, che sposò a Düsseldorf e che oltre a donarle il titolo di Elettrice Palatina le donò anche la Sifilide -il male della conchiglia di Venere- che la rese sterile. Rimasta single, Ludovica come previsto tornò a Firenze e come previsto poté portare con sé insieme alle gioie e alle galanterie gioiellate dall’elevatissimo valore; una gran quantità di oggetti d’arte, mobili preziosi, argenterie, porcellane e dipinti. Ed è arrivata a Firenze che compie un’impresa per la quale ancora le siamo profondamente grati: si servì della “nuova arma” del Diritto per difendere il suo patrimonio e impedirne la dispersione.
Concepì la Convenzione con Francesco Stefano di Lorena, firmata il 31 ottobre 1737 e più nota come Patto di Famiglia, secondo la quale le opere d’arte raccolte dai Medici venivano consegnate al nuovo Granduca a condizione che rimanessero vincolate per sempre alla città di Firenze e allo Stato di Toscana.
Calcola il tuo preventivo
COLORI PRINCIPALI
Background: Beige chiaro
***
Questa decorazione da parete è ispirata a Ludovica de Medici, ai suoi tesori, ai suoi gioielli, al suo stile e alla sua audacia di essere una donna oltre il suo tempo. È grazie a questa grande donna che le collezioni medicee vivono e prosperano nelle odierne Gallerie degli Uffizi e nelle Gallerie Palatine. Se oggi possiamo recarci a Firenze e visitare una delle più antiche e importanti collezioni d’arte al mondo, intatta e ancora nel suo prezioso contesto, lo dobbiamo a lei.
Descrizione
In una società dov’era la famiglia e successivamente il marito a decidere il destino di una ragazza, Anna Maria Luisa de Medici (altrimenti detta Ludovica) fu sicuramente una donna che sapeva il fatto suo. Straordinariamente amante del fasto e dall’Arte. Era alta, chiara di carnagione e aveva due occhi grandi ed espressivi di un nero profondo, come i suoi capelli. La bocca invece era piccola piccola, ma le labbra carnose. I denti bianchi, come l’avorio. Una voce maschia e una risata rumorosa. Sempre diritta come una colonna nel suo portamento grave e solenne. Inoltre aveva un marito che morì prima di lei, che sposò a Düsseldorf e che oltre a donarle il titolo di Elettrice Palatina le donò anche la Sifilide -il male della conchiglia di Venere- che la rese sterile. Rimasta single, Ludovica come previsto tornò a Firenze e come previsto poté portare con sé insieme alle gioie e alle galanterie gioiellate dall’elevatissimo valore; una gran quantità di oggetti d’arte, mobili preziosi, argenterie, porcellane e dipinti. Ed è arrivata a Firenze che compie un’impresa per la quale ancora le siamo profondamente grati: si servì della “nuova arma” del Diritto per difendere il suo patrimonio e impedirne la dispersione.
Concepì la Convenzione con Francesco Stefano di Lorena, firmata il 31 ottobre 1737 e più nota come Patto di Famiglia, secondo la quale le opere d’arte raccolte dai Medici venivano consegnate al nuovo Granduca a condizione che rimanessero vincolate per sempre alla città di Firenze e allo Stato di Toscana.